Il testo sull'opera è un collage di parole scelte da alcune poesie di Jacques Prévert che, insieme,
compongono un mio pensiero.
Vi è una certa differenza fra dire e chiedere grazie.
E la testa fra le mani e i pennelli a portata di mano ma il colore così lontano
In piedi davanti al suo cavalletto di tortura pittorica si guarda e si osserva nello specchio della tela,
dove la migale della megalomania tesse e ritesse
all’infinito la decalcomania logogrifica delle sue speculazioni estetiche.
Non si prendono la pena di spingere la cornice per uscire ben vivi dal quadro.
Dietro un muro di tripla terra al grande museo delle macchine su un piccolo blocco di tufo è esposta una luna, qualche volta all’alba, in piena notte sempre.
Graziosa luna novella, tu che arrivi dal cielo, dicci dicci o bella, che sfilza di non si sa ci sono in giro?
Ho esso tutti i miei ricordi in una palla d’oro e la palla è rotolata travolgendo un signore e gli ha rovesciato in testa tutti i miei ricordi, ed egli ha detto il mio nome invece del suo, ed ora
eccomi qui tranquillissima per un po’ di tempo.
Non conosco la spiegazione della storia e la memoria com’è fatta la memoria?